“Nessun posto è bello come casa mia”...
Dovendo pensare a questo neonato blog che racconta per lo più di viaggi, mi è venuto spesso da riflettere su quanto fosse complicato descrivere esperienze di viaggio in questo momento, perché ripercorrere quelle emozioni e quella sensazione di muoversi e spostarsi, visitare luoghi ed entrare in contatto con persone di parti diverse del mondo…beh, adesso tutto questo mi sembra così lontano e mi manca tanto…
E così, in questi giorni difficili, mi sono chiesta molte volte dove avrei voluto essere…
La mia mente ed il mio cuore mi hanno suggerito una sola risposta: a casa mia.
Sì, perché è nella nostra casa che ci costruiamo le uniche certezze che abbiamo.
È qui che torniamo sempre, è qui che ci sentiamo al sicuro…
È il nostro rifugio, dopo le tensioni della vita quotidiana. Il suo calore sa scaldare il corpo e la mente.
Il nostro letto è sempre il più confortevole e anche in viaggio nessun letto (o quasi…) è mai veramente comodo quanto quello in cui dormiamo ogni notte.
E la sera, dopo una giornata faticosa, la casa ci accoglie. Silenziosa, viva, intima, o come preferiamo che sia, perché fa parte della nostra vita: la casa è la nostra famiglia, è il nostro mondo, è il nostro disordine o il nostro ordine…
È il nostro “posto”.
È a casa che ognuno di noi si sente davvero libero, sé stesso.
Ecco…a casa possiamo metterci a nudo…
È una risposta semplice, istintiva e naturale, perché ci appartiene. La casa ci rappresenta.
È in questo luogo che ci sentiamo sempre a nostro agio, così la arrediamo come preferiamo e la riempiamo delle cose che più amiamo.
“Nessun posto è bello come casa mia”…
…ripete Dorothy Gale, come un mantra, alla fine del film Il mago di Oz…
DELLA MIA CASA la cosa che amo di più è la luce… quella luce che invade la mia cucina, che a volte mi fa socchiudere gli occhi, che sa dare energia positiva alla mia giornata, che riesce sempre a ricaricarmi. Una cara amica appena entrò in casa mia – mi ero trasferita solo da pochissimi giorni – mi disse che sentiva una bella energia….bene, anch’io l’ho sentita fin da subito e ho sempre pensato che sia stata la casa a scegliere me e non il contrario…
Amo camminare scalza, scrivere nella stanza della musica e della lettura, una stanza che ho dedicato al tempo libero e al relax, leggere comodamente distesa sul divano, sedermi a bere un caffè lungo mentre parlo al telefono o navigo in rete…adoro il fatto che sia una casa così “aperta” e irregolare, con i suoi spazi ampi e stretti, i soffitti molto alti e anche molto bassi per via dei soppalchi, che mi dia la possibilità di sentirmi con altri anche se sono da sola…
Altra cosa che mi piace fare a casa è ascoltare musica classica, penso che Chopin per esempio ci stia proprio bene a casa mia…o anche i concerti di Brahms, o alcuni strumenti come il violoncello, anzi gli archi in generale direi…
Lo so, penserete che io sia strana: abbinare musica con ambienti della propria casa e addirittura preferire alcuni autori o generi in alcune ore della giornata.
Eh sì, devo ammetterlo, preferisco Bach la domenica mentre preparo il pranzo – meglio se le suite inglesi per violoncello solo – o il jazz la sera in cucina o nelle ore del tramonto sul terrazzo…o Chopin mentre scrivo al computer, sul divano con la luce che mi avvolge (Chopin è perfetto per scrivere, è di grande ispirazione per ogni lavoro di scrittura creativa…).
Insomma, adesso è tempo di dedicarci di più a noi stessi, nello spazio intimo della nostra casa…e ogni giorno che passa penso che devo vivere di più ogni angolo, e magari ripensarlo in maniera diversa…non è detto che io debba leggere sempre in quel posto della casa che ho scelto…ora potrei farlo sulle scale, come pure potrei scrivere sul terrazzo o fare esercizi sul soppalco…provare a fare meditazioni guidate sul legno del pavimento, seguire corsi online comodamente dal mio divano..
E ora che le giornate si allungano e che sta arrivando la primavera, adoro salire sul mio terrazzo, da cui posso sentirmi al di sopra di ogni inquietudine, sui tetti di una città bellissima…che da qui mi sembra meno distante…
LA CASA ha una identità, ci contiene e ci definisce, dando forma a quello che siamo.
Dimora della nostra anima, è fatta di colori e di profumi che ci raccontano nel profondo.
Ho deciso quindi di inaugurare la mia rubrica -“Il posto”- scegliendo l’unico posto davvero nostro – quello che tutti stanno vivendo di più in questo momento – e anche quello che più mi rappresenta: perché non c’è posto che io ami di più e che mi faccia sentire così in armonia con la vita, con i suoi moti ondosi, con la sua energia e la sua irrequieta bellezza.
E non c’è posto, se ci pensate, più straordinario di questo, nonostante la sua ordinaria presenza nelle nostre vite.
IN QUESTI GIORNI così difficili, come quelli che stiamo vivendo per l’emergenza coronavirus che ci ha colpiti, rendendoci tutti più vulnerabili, più fragili, siamo sempre più incerti su cosa ci aspetti da qui a una settimana e non parliamo più di viaggi…abbiamo quasi paura, come per quei sogni di cui è meglio non parlare altrimenti potrebbero non realizzarsi…
Con un domani che oggi si sposta sempre un po’ più in là…mi chiedo se sognare, di per sé, sia possibile, in questi giorni tristi, e non so ancora come affrontare questa dimensione nuova, di incertezza e di attesa…
Torneremo a sognare?
NOI, che siamo fin troppo abituati a fare programmi, a progettare, che ci sentiamo come smarriti in questo oggi che non guarda tanto avanti. Eppure è molto semplice: ora è solo ora e oggi è solo oggi, e per quel che vale dobbiamo pensare al momento, al presente in cui viviamo, recuperare quanto di noi stessi avevamo un po’ perso in questo continuo fare piani sul futuro…
È un po’ come quando programmi molto in anticipo un viaggio, studiando ogni dettaglio dei luoghi in cui andrai, e alla fine ti sembra poi di aver già fatto tutto.
Perché definire è un po’ come delimitare: definisci un itinerario e ti sembra di confinarlo nella tua mente, come archiviato, fatto, visto e vissuto…
Eppure, hai lasciato fuori l’imprevisto, tutto quello che ancora non sai. E quello che ti perdi nel programma è proprio quello che non riesci a programmare…
È quello che dobbiamo imparare a recuperare, come un dono prezioso: l’imprevisto…
E ad un tratto, oggi, come mai prima per noi, tutto è sospeso, congelato, spostato a tempi “migliori”…
Così, senza fare piani, senza farmi domande, imparo a vivere solo per questo momento…e all’improvviso scopro che mi importa davvero solo di questo presente, e mi lascio andare all’idea che per questo futuro sconosciuto non posso farci nulla, per ora devo aspettare…
Ma giorno dopo giorno sto riscoprendo qualcosa di me, che forse mi stavo perdendo…
IL TEMPO, questa meravigliosa variabile che sembra dilatarsi improvvisamente, è mio alleato e io posso sfruttarlo, riempirlo, colmarlo di tante cose…
Altrettanto significative, altrettanto importanti.
All’inizio –solo qualche giorno fa- non riuscivo quasi a impiegarlo questo tempo…non sapevo che farmene…ed è stata questa la cosa più assurda: non hai mai tempo e quando ce l’hai non sai cosa farne…
Poi ho capito: non ero abituata a pensare di avere tempo e in qualche modo avevo programmato la mia vita in base alle esigenze lavorative e così anche quello spazio mentale che ti consente di fare piani e schematizzare priorità si assottigliava sempre di più…
Anche quel tempo che pensavo fosse “libero” era in realtà organizzato in base ad un percorso professionale che prevedeva un programma da seguire.
Ed è successa una cosa: mi sono ri-programmata e ho iniziato a chiedermi cosa fosse importante per me, cosa mi andava di fare in quel momento, solo in quel momento, e ho iniziato a fare delle scelte.
DI COSA ho voglia adesso? Posso farlo…
Un libro…? Sì ma quale dei tanti…che ho lasciato per strada, che ho interrotto, senza mai finire di leggere…oppure un nuovo libro…e così via…che musica mi va di ascoltare ora…ricordi riaffiorano di repertorio classico, bene…ho ripreso ad ascoltare…e a sentire…a riconoscermi nelle cose che mi piacciono.
Cucinare è una di queste: con gusto e con la voglia di sperimentare nuove ricette e nuovi sapori.
Sono a casa solo da una settimana…e sono nate nuove idee, nuovi progetti, nuovi piatti…e sono certa che possiamo mettere a frutto questo tempo, tutti, aiutandoci, e facendo circolare i pensieri, la creatività, la bellezza, traendone insegnamenti importanti per un nuovo inizio…
…ma intanto se ti sei ritrovato in qualche modo in quello che ho scritto, se hai trovato interessante questo post allora aiutami a far circolare idee e pensieri…CONDIVIDILO!
Ti lascio qui una ricetta facile facile che ti darà energia…provala e vedrai…!
I miei hamburger di lenticchie
Vi propongo questa idea di piatto, non perché sia la più interessante tra quelle che in questa settimana ho provato…ma perché è stata la prima. In una giornata di quelle complicate, in cui mi sono sentita davvero avvilita per la circostanza improvvisa e in uno stato di impotenza, avevo bisogno di un po’ di forza…e mi sono ricordata di mia nonna, e poi anche della mia mamma, entrambe parlavano sempre quando eravamo bambini di cibi che mettono “forza”, alimenti che contengono ferro e tante altre proprietà che rafforzano il sistema immunitario…
E allora ho aperto la mia dispensa e ho pensato che non vi era niente di meglio delle lenticchie.
La quantità di questi legumi deve essere pari a una scodella di zuppa per persona.
In un tegame fai cuocere le lenticchie (dopo averle messe in acqua fredda, pari al doppio della quantità dei legumi).
Io metto uno spicchio di aglio intero (dopo averlo schiacciato leggermente) e una foglia di alloro…mi raccomando salate a fine cottura…
Lasciate cuocere una ventina di minuti…
Nel frattempo tagliate 2/3 carote medie a pezzettini piccoli, una cipolla (io ho messo una cipolla rossa, un po’ più della metà, non intera perché è molto forte), e mettete tutto in una padella con olio e un altro spicchio di aglio schiacciato con il coltello senza sbucciarlo…un pizzico di sale per non far bruciare il tutto…
Aggiungete un po’ di vino bianco…
Quando le lenticchie sono quasi pronte, mettete tutto insieme nel tegame, e aggiungete il sale, un cucchiaino di zenzero in polvere e un filo di olio piccante…
Mescolate per bene e lasciate sul fuoco per altri 5 minuti…
Togliete dal fuoco e frullate. Versate il composto ottenuto in un contenitore, integrate 4/5 cucchiai di farina di mais, mescolate e lasciate raffreddare.
In una padella preparate i vostri hamburger con l’aiuto di un coppapasta…
Fate dorare qualche minuto per lato e impiattate come più vi piace…
Io ho abbinato un’insalatina fresca con un’emulsione di lime, miele e un cucchiaino di senape e ho aggiunto un po’ di frutta secca…
Buon appetito!
…e se provi la ricetta fammi sapere come è andata nei COMMENTI…ti aspetto e non dimenticare di CONDIVIDERE questo post se lo hai trovato interessante…grazie! Gio’